Ho visto un film dopo un periodo di vacanza trascorso a Miami. Questa vacanza oltre oceano era necessaria non solo per riposare dopo un anno di lavoro, ma anche per tornare ad aprire la mente, sognare, progettare e panificare la mia stagione lavorativa che è alle porte. Alcuni progetti che erano in cantiere li ho sospesi per sopravvenuta impossibilità nonostante avessi investito molto del mio tempo, ma è un rischio che ogni imprenditore deve considerare nella pianificazione delle sua attività.
Ho sterzato decisamente e corretto la rotta su progetti più concretamente realizzabili che spero nel tempo porteranno a risultati e profitti.
Ieri sera ho visto un film. Era molto tempo che non ne vedevo uno a casa in pieno relax. Ho fatto questa scelta perché sinceramente mi sono rifiutato di avere come alternativa la puntata del GF VIP sul quale stendo un velo pietoso per a piega così trash, triste, deprimente che ha preso, senza nemmeno entrare troppo nel merito dei concorrenti ormai vittime ben consapevoli per peggior voyeurismo che la storia della televisione abbia raggiunto in questi anni.
Il film che ho visto è stato “The Greatest Showman”. Un film uscito nel 2017 che ammetto non avevo mai visto e che mi ha incollato allo schermo dall’inizio sino all’ultimo titolo di coda.
Oggi ho sentito l’impulso di scrivere qualcosa su questo film dedicata a chi non lo ha ancora visto e per condividere le mie sensazioni con chi lo ha visto.
Partiamo dalla trama:
1820, Bethel, Connecticut. Phineas T. Barnum è un ragazzino, figlio di un sarto che lavora per la ricca famiglia Hallet; Barnum ha un forte rapporto di amicizia con la loro figlia, Charity, nonostante i genitori di lei non vogliano che lo frequenti per la sua povertà; Charity verrà poi portata in una scuola di educazione femminile, ma resterà ugualmente in contatto con Barnum, il quale, intanto, finisce per strada dopo la morte del padre.
Diventati adulti, i due fuggono a New York, dove si sposano e hanno due bambine. La famiglia conduce una vita umile in un piccolo appartamento di Manhattan, ma, mentre Charity è comunque felice, Phineas desidera fortemente dare alla moglie e alle figlie una vita migliore.
La sua compagnia di navigazione è andata in bancarotta in seguito a un ciclone che si è abbattuto sul Mar Cinese Meridionale, distruggendo molte loro navi. Barnum decide così di fare una scommessa: si fa prestare 10.000 dollari da una banca usando come garanzia le sue barche affondate; poi effettua un grande investimento per acquistare il “Barnum’s America Museum”, dove sono esposti vari modelli in cera di animali, tendoni e personaggi storici.
Visto l’insuccesso iniziale, su suggerimento delle figlie Barnum va alla ricerca di freaks, ossia persone con malformazioni/anomalie fisiche o abilità straordinarie, per farli esibire in vari spettacoli. Il successo è immediato, nonostante alcune recensioni negative che, tuttavia, lo inducono a rinominare la sua impresa ‘Barnum’s Circus’.
Cercando modi per migliorare la sua reputazione e credibilità tra i ceti più alti, Barnum convince a unirsi alla sua impresa il drammaturgo Philip Carlyle, promettendogli che, in tal modo, si libererà dagli obblighi e pressioni della sua vita; dopo un’iniziale esitazione, l’uomo accetta e si innamora anche di Anne Wheeler, un membro della troupe, acrobata e trapezista. La fama del circo di Barnum inizia intanto ad estendersi anche oltre i confini nazionali, fino a ottenere un prestigioso ricevimento a Londra, alla Corte della Regina Vittoria del Regno Unito.
In tale occasione Barnum incontra Jenny Lind, una celebre cantante d’opera europea, e la convince a lavorare in America con lui come manager. La sua prima esibizione è un successo tale da spingere Barnum a partire con lei per gli Stati Uniti, ma così finisce per trascurare il suo circo originale, arrivando a cercare di non essere visto con la troupe davanti alle classi sociali più alte. Phillip e Anne cercano di iniziare una relazione, ma così attirano gli sguardi malevoli dei genitori di lui, che non vogliono che lui metta la sua reputazione a rischio frequentando una ragazza di colore; Anne, ferita e amareggiata, decide di porre fine alla loro storia.
Anche Charity si sente sempre più trascurata dal marito, mentre le figlie sono intristite per l’assenza del padre. Nel frattempo, il tour negli Stati Uniti di Jenny e Phineas sta giungendo al termine. Prima dell’ennesimo spettacolo, Lind, innamorata di Barnum, cerca di baciarlo, pensando di essere ricambiata, ma l’uomo non riesce ad accettare tali sentimenti e le annuncia che è venuto il momento di rientrare dalla moglie e le figlie. Lei proseguirà il tour da sola, come già pianificato. La donna, piena di risentimento, gli annuncia che lascerà il tour.
Nell’ultimo spettacolo Lind canta con voce rotta dalle lacrime, e proprio mentre i due ricevono l’ennesima standing ovation, la cantante, sconvolta e rattristata, attira a sé Barnum e lo bacia a tradimento, tra i lampi dei flash dei fotografi presenti. L’episodio viene subito riportato dai giornali, mettendo a dura prova il matrimonio con Charity; oltretutto, appena tornato a Manhattan, Barnum trova il circo avvolto dalle fiamme, risultato di uno scontro fra la troupe e alcuni manifestanti. Phillip, credendo che Anne sia ancora all’interno, si avventura nell’incendio; viene tratto in salvo da Barnum, ma rimane ferito e viene trasportato d’urgenza in ospedale.
Il giorno dopo arriva a New York la notizia dell’annullamento del tour di Jenny, che gli causa ulteriori difficoltà finanziarie e lo sfratto. Sconsolato, Barnum si rifugia nell’alcol, ma ben presto viene circondato dall’affetto della ‘troupe’ che lo spinge a non mollare e a riappacificarsi con la moglie. Al contempo, Carlyle si risveglia dal coma e lui e la Wheeler decidono di mettersi assieme, nonostante la loro differenza sociale. Philip deciderà poi di offrire al socio i suoi guadagni degli spettacoli per ricostruire una sede, questa volta utilizzando un tendone. Il “Ringling Bros. e Barnum & Bailey Circus” è un successo senza precedenti, attrae ogni giorno migliaia di spettatori; ciononostante, Barnum decide di consegnare le redini del circo a Carlyle, così da potersi dedicare maggiormente alla moglie e alle figlie.
La Scheda del Film
- Lingua originale inglese
- Paese di produzione Stati Uniti d’America
- Anno 2017
- Durata 105 min
- Genere musicale, biografico, drammatico
- Regia Michael Gracey
- Soggetto Jenny Bicks
- Sceneggiatura Jenny Bicks, Bill Condon
- Produttore Laurence Mark, Peter Chernin, Jenno Topping
- Produttore esecutivo James Mangold, Tonia Davis
- Casa di produzione Lawrence Mark Productions, Chernin Entertainment
- Distribuzione in italiano 20th Century Fox
- Fotografia Seamus McGarvey
- Montaggio Tom Cross, Robert Duffy, Joe Hutshing, Michael McCusker, Jon Poll, Spencer Susser
- Musiche John Debney, Joseph Trapanese, Pasek & Paul
- Scenografia Nathan Crowley
- Costumi Ellen Mirojnick
Interpreti e personaggi
Hugh Jackman: Phineas Taylor Barnum
Zac Efron: Phillip Carlyle
Michelle Williams: Charity Barnum
Rebecca Ferguson: Jenny Lind
Zendaya: Anne Wheeler
Keala Settle: Lettie Lutz
Yahya Abdul-Mateen II: W.D. Wheeler
Ellis Rubin: P.T. Barnum da giovane
Skylar Dunn: Charity Barnum da giovane
Cameron Seely: Helen Barnum
Austyn Johnson: Caroline Barnum
Will Swenson: Philo Barnum
Sam Humphrey: Tom Thumb
Daniel Everidge: Lord di Leeds
Paul Sparks: James Gordon Bennett
Gayle Rankin: Regina Vittoria
Eric Anderson: Sig. O’Malley
Luciano Acuna Jr.: Dog Boy
Radu Spinghel: Sig. O’Clancy
Fredric Lehne: Sig. Hallet
Kathryn Meisle: Sig.ra Hallet
Shuler Hensley: Leader Protesta
Doppiatori italiani
Fabrizio Pucci: P.T. Barnum
Flavio Aquilone: Phillip Carlyle
Myriam Catania: Charity Barnum
Valentina Favazza: Jenny Lind
Rossa Caputo: Anne Wheeler
Francesca Guadagno: Lettie Lutz
Federico Campaiola: W.D. Wheeler
Francesco Aimone: P.T. Barnum da giovane
Ginevra Pucci: Charity Barnum da giovane
Anita Valenzi: Helen Barnum
Lucrezia Roma: Caroline Barnum
Francesco Prando: Philo Barnum
Leonardo Graziano: Tom Thumb
Francesco De Francesco: Lord di Leeds
Stefano Thermes: James Gordon Bennett
Sara Ferranti: Regina Vittoria
Alessandro Budroni: Sig. O’Malley
Gabriele Marchingiglio: Dog Boy
Marco Fumarola: Sig. O’Clancy
Angelo Maggi: Sig. Hallet
Cristina Dian: Sig.ra Hallet
Alessandro Messina: Leader Protesta
La Produzione
In lavorazione dal 2009, il film fu annunciato nel 2011, con Michael Gracey alla regia e Hugh Jackman nei panni di P. T. Barnum. Nell’ottobre 2013 Bill Condon venne chiamato per riscrivere la sceneggiatura, originariamente scritta da Jenny Bicks. Nel giugno 2016 Zac Efron entrò in trattative per affiancarlo. Nel luglio 2016 Michelle Williams entrò in trattative per interpretare la moglie del personaggio di Jackman. Nello stesso mese si unì al cast Zendaya e nel settembre 2016 Rebecca Ferguson. Le riprese cominciarono nel novembre 2016 a New York.
Distribuzione
Inizialmente prevista per il 25 dicembre 2016, nel settembre 2015 la data di uscita venne posticipata di un anno. Il film fu distribuito il 20 dicembre 2017 negli Stati Uniti e il 25 dicembre 2017 in Italia.
Critica
Il film è stato accolto da recensioni miste da parte della critica: è stato elogiato per le performance degli attori e la colonna sonora, ma stroncato per la sua licenza poetica, con alcuni critici che lo hanno definito “fasullo e superficiale”.
Il sito aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes riporta che il 56% delle 243 recensioni professionali ha dato un giudizio positivo sul film, con un voto medio di 5,93 su 10. Il commento del sito recita: “The Greatest Showman si sforza di abbagliare il pubblico con un senso di meraviglia in stile Barnum – ma a scapito della storia della vita reale molto più intrigante del suo soggetto complesso.”
Su Metacritic, il film detiene un punteggio del 48 su 100, basato su 43 recensioni.
Incassi
Con un budget di 84 milioni di dollari ne ha incassati 435 nel mondo, di cui 3 milioni di euro in Italia.
Riconoscimenti
- 2018 – Premi Oscar
- Candidatura come migliore canzone (This Is Me)
- 2018 – Golden Globe
- Migliore canzone originale (This Is Me)
- Candidatura come miglior film commedia o musicale
- Candidatura come miglior attore in un film commedia o musicale a Hugh Jackman
- 2018 – Critics’ Choice Movie Award
- Candidatura come migliore canzone (This Is Me)
- 2018 – Casting Society of America
- Migliore Comedy Cast (Big Budget)
- 2018 – Empire Awards
- Candidatura al miglior design dei costumi a Ellen Mirojnick
- Candidatura al miglior make-up e hairstyle
- 2018 – Golden Reel Awards
- Miglior Sound Editing – Musicale a Jen Monnar, Jim Harrison, Jeff Carson, Peter Myles e Sheri Ozeki
- 2018 – Kids’ Choice Awards
- Attrice preferita a Zendaya
- Candidatura come Film preferito
- 2018 – Saturn Award
- Miglior film d’azione o d’avventura
- Candidatura come migliore costumista a Ellen Mirojnick
- Candidatura per la miglior musica a John Debney e Joseph Trapanese
- 2018 – Teen Choice Awards[24]
- Miglior film drammatico
- Miglior attore drammatico a Zac Efron
- Miglior attrice drammatica a Zendaya
- Miglior coppia cinematografica a Zac Efron e Zendaya
- Candidatura al miglior attore drammatico Hugh Jackman
- Candidatura alla miglior attrice esordiente a Keala Settle
- Candidatura al miglior bacio a Zac Efron e Zendaya
- 2019 – Grammy Awards
- Migliore colonna sonora per i media visivi a Jen Monnar, Jim Harrison, Jeff Carson, Peter Myles e Sheri Ozeki
- Candidatura per la miglior canzone scritta per un media visivo (This Is Me)
Prima di dare le mie impressioni sul film, non certo da critico, ma come semplice spettatore sono andato in rete per leggere qualche recensione della stampa italiana e vado a riportare qualche passo di un articolo di TV Sorrisi e Canzoni:
“perché vederlo“
“Siamo nel territorio del musical più classico: ben orchestrato, pieno di colori saturi e acrobazie, proprio come il circo. Lo show di Barnum è messo in scena in tutta la sua grandiosità e magniloquenza. Coreografie accattivanti e spesso complesse, brani ben costruiti da Benj Pasek e Justin Paul – autori dei testi di La La Land – in pieno stile pop, pronti a diventare hit, come This is me nell’energica interpretazione di Keala Settle (Lettie, la donna barbuta), con musiche di John Debney. Hugh Jackman in prima fila mostra buone doti non solo attoriali, ma di cantante, ballerino e showman. Anche Zac Efron, Zendaya (la trapezista Anne) e gli altri “strani amici” si destreggiano bene nella parte musicale.
C’è poi il lato romantico, la favola: il sogno di un’altra vita e di un amore che sembra impossibile. Entrambi si realizzano con fatica, abnegazione e ottimismo, grazie a degli emarginati come e più di Barnum, e ad una donna fedele e paziente (Michelle Williams però non brilla). Così il film diventa un inno alla diversità, la loro rivincita, la celebrazione dei buoni sentimenti e di Barnum stesso, uomo che insegue la fama, ma per cui la famiglia è ciò che più conta. Il protagonista diventa il simbolo dell’etica americana del duro lavoro, che porta al successo e consente la scalata sociale, precorre e incarna il motto disneyano: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”. Questo trionfo di buoni sentimenti è però eccessivamente retorico e di maniera.
The Greatest Showman è dunque una bella confezione natalizia, un regalo per bambini e famiglie che tiene insieme intrattenimento e morale, ma finisce per trascurare l’autenticità che fa vibrare il pubblico. Le interpretazioni del cast lo rivelano, eccezion fatta per Jackman e Ferguson, abili nel dare calore e umanità ai loro personaggi, capaci di non farsi “raffreddare” dalla costruzione magniloquente e patinata che si muove loro attorno.“
Per leggere l’articolo completo ecco il link: https://www.sorrisi.com/tv/film/greatest-showman-trama-trailer/#:~:text=Il%20protagonista%20diventa%20il%20simbolo,eccessivamente%20retorico%20e%20di%20maniera.
Le mie impressioni
Non si può non condividere che questo film sia un colossal nel vasto territorio classico del musical, ma c’è una cosa a mio avviso che in Italia sfugge. Noi siamo troppo legati alla nostra tradizionale e pregiatissima commedia musicale dai grandi classici di Garinei e Giovannini rappresentati in varie stagioni e sono un “sempreverde” del repertorio teatrale italiano. Poi anche l’Italia è stata “contagiata” nel voler trasporre in versione da musical teatrale molti film; e lo abbiamo potuto gustare con “Grease” per citarne uno tra i più noti, ma a me questo film mi ha stregato, commosso, incantato per il grande messaggio che attraverso questa bella storia passa allo spettatore. Ed è proprio il lato romantico del film, il desiderio di rivincita, il sogno di un’altra vita, i fallimenti, gli imprevisti, la lungimiranza e l’intuizione di una persona umile diventata un grande imprenditore ma anche il contrasto che appare evidente quando lo stesso, raggiunto il successo, i soldi e la notorietà, si abbandona ad essi e ne diventa schiavo al punto di poter cadere nel tradimento della moglie e nel voltare le spalle a quel mondo di persone con malformazioni/anomalie fisiche o abilità straordinarie che egli stesso aveva portato nel suo show. E saranno proprio loro stessi, dopo la catastrofe dovuta all’incendio che distrugge il suo museo, ad aiutarlo per una nuova partenza: la nascita del circo.
Trovo tutto questo estremamente motivante per chiunque, a prescindere dalla sua professione, veda questo film. Ce la possiamo fare, e come? Con l’unione, la volontà, l’autostima, l’amicizia; tutti quei valori che nella società odierna specialmente tra i giovani si sono persi e non a caso proprio i giovani sono secondo me il pubblico ideale per un film del genere e sicuramente (non ho approfondito) i dati lo confermano.
Note da ricordare
“Il film “The Greatest Showman” racconta la storia di Phineas Taylor Barnum, fondatore del Ringling Bros. e Barnum & Bailey Circus. Nato a Bethel – nel Connecticut – nel 1810, Barnum iniziò la sua carriera come showman nel 1835 quando comprò una vecchia schiava, Joice Heth, cieca e semi-paralizzata.”
Fonte: “Il sussidiario.net” ecco il link: https://www.ilsussidiario.net/news/phineas-taylor-barnum-chi-e-il-protagonista-di-the-greatest-showman/2110881/#:~:text=Il%20film%20%E2%80%9CThe%20Greatest%20Showman,%2C%20cieca%20e%20semi%2Dparalizzata.
Domani riprenderò il mio lavoro con una certezza in più quella di essere ancora un sognatore che vuole vivere a lungo per poter realizzare nel tempo i suoi sogni rimanendo fedele ai propri valori acquisiti con l’educazione, l’esperienza e l’umiltà.
E chiudo con il mio immancabile motto “Credo e Vinco!”
Tornate a visitare il mio blog. Presto novità interessanti in arrivo. http://www.alessandrolopez.it
Vi lascio al Trailer Ufficiale del Film
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Bentornato dagli States; so bene quanto questo soggiorno oltreoceano è stato propedeutico a fare il focus su obbiettivi e progetti da vivere con entusiasmo.
Hai fatto benissimo a skippare il GF vip e dedicare le attenzioni a questa pellicola
Un fraterno abbraccio
Grazie a te che sai sempre apprezzare ciò che scrivo.
Ti abbraccio anche io